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Michele Corio

Michele Corio

Questo articolo è il primo di una serie di 3, nei quali si parlerà del MES in generale, dei suoi programmi d’intervento e della riforma che dovrebbe essere ratificata nelle prossime settimane dalle istituzioni europee. 

Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) è un’istituzione finanziaria dell’eurozona nata nel 2012, nel corso della crisi dei debiti sovrani, per garantire ai paesi firmatari l’accesso a risorse finanziarie nelle fasi più critiche, quando essi hanno temporaneamente perso la possibilità di finanziarsi sui mercati o il costo di nuovo debito non è sostenibile per gli Stati stessi[1]. Attualmente contribuiscono al MES 19 paesi.

Per poter fornire finanziamenti agli Stati in caso di necessità, il MES non riceve risorse dai contribuenti dei singoli paesi ma si finanzia a sua volta sui mercati emettendo titoli di debito. A garanzia della sua capacità di  ripagare i debiti contratti, esso ha una sua dotazione di capitale. Il suo capitale è garantito solidalmente dai 19 Stati sottoscrittori. Nel concreto, al momento dell’istituzione del MES gli Stati hanno stabilito per esso un capitale di 704 miliardi di euro, una quota di circa 80 miliardi è stata direttamente corrisposta e i restanti 624 miliardi del capitale sono stati sottoscritti dai singoli stati e sono richiamabili dal MES stesso in caso di necessità[2]. Normalmente la quota del capitale richiamabile serve solo come ulteriore garanzia della solidità del MES e dell’impegno dei singoli Stati, ma l’eventualità che sia necessario richiedere l’effettivo conferimento di queste risorse è legata al verificarsi di situazioni estreme. È importante aver chiaro che il MES finanzia i Paesi utilizzando risorse prese in prestito e non il capitale conferito dagli Stati firmatari.

MES contributo per paese grafico
Figura 1: Quote di partecipazione al capitale del MES. La componente others include paesi che contribuiscono a meno del 5% del capitale: Belgio, Grecia, Austria, Portogallo, Finlandia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia, Lussemburgo, Cipro, Estonia, Malta, Lettonia, Lituania. Fonte https://www.esm.europa.eu/

Ogni stato membro partecipa al capitale per una quota, determinata in base alla sua popolazione e al proprio PIL. La figura 1 riporta la ripartizione delle quote tra i vari paesi. Il fatto che sia finanziato e garantito da tutti i Paesi dell’eurozona rende estremamente sicuro prestargli denaro. Per questo motivo, al momento il MES emette titoli con un rating tripla A, il massimo nella scala dei rating (per un approfondimento vedere  articolo Qual È Il Ruolo Delle Agenzie Di Rating Nell’economia?). Grazie alla solidità del suo capitale, il costo del debito emesso dal MES è molto più basso di quello che sosterrebbero gli Stati in caso di difficoltà finanziarie[3] . Inoltre, il costo del debito dipende non solo dalla qualità del debitore, ma anche dalla durata del prestito. Un prestito a tasso fisso di 3 anni avrà un costo minore di un prestito a 10 anni, a parità di condizioni. Questo perché in un arco temporale più lungo il rischio che delle variabili fondamentali del finanziamento, come ad esempio le condizioni di mercato e la stabilità del debitore, possano cambiare è più elevato e, dunque, il prestatore richiede una remunerazione maggiore per sostenere tali rischi.

Il MES si finanzia con prestiti a breve termine, perché non ha problemi di liquidità, e così facendo può ridurre al minimo i costi che sostiene per reperire denaro e a sua volta finanziare a tassi più bassi i Paesi che necessitano di sostegno[4]. Inoltre, per consentire allo Stato in difficoltà di riprendersi, il finanziamento erogato dal MES dovrà essere restituito con tempistiche molto più lunghe di quanto sarebbe possibile ottenere con prestiti richiesti direttamente sul mercato, senza il sostegno dei partner europei.

Le decisioni sulle concessioni di prestiti del MES e su eventuali richieste di conferimento o modifica del capitale agli Stati firmatari vengono prese dal Consiglio dei governatori del MES, un organo decisionale composto dai ministri delle finanze dell’area euro. I singoli ministri non hanno lo stesso potere nelle votazioni. Il peso del voto di ogni ministro dipenderà dalla quota di capitale detenuta dal suo Stato.[5] Questo sistema permette agli Stati che assumono più rischi di avere anche più voce in capitolo nelle decisioni.

PERCHÉ È STATO RITENUTO NECESSARIO CREARE IL MES?

Come sappiamo l’Unione Europea è incompleta, i Paesi membri hanno un ingente interscambio di risorse, merci e capitali, e condividono, almeno in parte, anche i rischi economici e finanziari. Alcuni Stati hanno un rapporto di cooperazione più stretto di altri condividendo la moneta, tuttavia ad oggi non esiste un’unione fiscale. I sistemi di tassazione, le politiche economiche degli Stati membri e molte altre delle fondamentali decisioni di intervento pubblico nell’economia sono prese dai singoli Stati. Sebbene vi sia un coordinamento a livello europeo e un insieme di regole comuni, non esiste un “ministero delle finanze europeo” e questa incompletezza è ancora più rilevante in fasi di crisi, quando una reazione tempestiva e congiunta può prevenire danni maggiori. Per ampliare i margini di intervento comune fu dunque introdotto il MES, uno strumento di difesa necessario nella zona euro, anche se imperfetto. Sono stati necessari negoziati lunghi per la sua istituzione e l’introduzione di regole rigide e cautelative per il suo utilizzo per evitare che alcuni paesi siano incentivati ad indebitarsi eccessivamente, confidando di salvarsi poi a spese degli altri. Le regole di utilizzo e le condizionalità variano in base al tipo di intervento di cui necessita il singolo Stato in difficoltà. Approfondiremo il discorso guardando ai diversi tipi di sostegno che il MES può fornire in un articolo apposito (I Programmi Di Intervento Del MES)
Il MES è quindi nato certamente per supportare gli Stati dell’eurozona durante eventuali crisi finanziarie, ma è anche una difesa per gli altri Stati membri, non ancora colpiti, da un potenziale effetto contagio. È auspicabile che in futuro le regole severe e le condizionalità siano ridotte, ma ciò sarà possibile solo con una maggiore integrazione europea, poiché per eliminare condizioni rigide occorre fiducia tra gli Stati e per ottenerla un maggiore coordinamento è condizione imprescindibile.

Michele Corio

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Meccanismo_europeo_di_stabilit%C3%A0

[2] https://www.esm.europa.eu/

[3] https://www.esm.europa.eu/assistance/programme-database/interests-and-fees

[4] Maturity transformation. https://voxeu.org/article/make-sure-esm-s-pandemic-crisis-support-fit-purpose

[5] Trattato che istituisce il MES, capo 2 articolo 4 https://www.esm.europa.eu/sites/default/files/20150203_-_esm_treaty_-_it.pdf

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