L’Eurovision: uno stravagante killer del conformismo

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Evelina Tancheva

Evelina Tancheva

Quando la notizia della cancellazione dell’Eurovision é diventata pubblica, in Europa molti cuori di appassionati di musica si sono spezzati. La pandemia globale del COVID-19 ha giá portato alla cancellazione di molti eventi di questo 2020, ancor prima che cominciassero: niente piú Europei di calcio, niente Carnevale di Venezia, niente Fallas a Valencia, né Semana Santa in Andalusia… il virus si é portato via molto piú che “solo” un gran numero di vite umane, e mentre la cosa piú importante é rimanere al sicuro in questi tempi cosí incerti, dovremmo anche cercare di mantenere il nostro morale alto per non abbandonarci alla negativitá di cui siamo circondati ogni giorno.

“La musica é un linguaggio che non parl con parole particolarí, parla in emozioni”

– Keith Richards[1]

L’Eurovision (noto in Italia anche come Eurofestival) é un concorso musicale annuale la cui prima edizione risale al 24 Maggio 1956 e da allora si é ripetuto ogni anno, fino a questo 2020 appunto. Per la prima volta in sessantaquattro anni dunque, uno dei piú attesi eventi dell’anno in Europa é stato cancellato e non ci sono ancora indiscrezioni ufficiali in merito all’edizione 2021. Teoricamente, si tratta solo di un concorso musicale ma, in realtá, si tratta di molto di piú: é una tradizione pan-Europea che puó vantare anche un Guinness Record[2]. Il suo stesso nome é spesso origine di incomprensioni perché uno si aspetterebbe che sono nazioni Europee possano partecipare alla competizione ma beh… non é cosí. Infatti, molte nazioni hanno partecipato negli anni, per fare alcuni esempi potremmo citare Israele nel 1973, Cipro nel 1981, la Russia nel 1994, l’Armenia nel 2006, la Georgia nal 2007 e l’Azerbaigian nel 2008. Nel 2015 addirittura l’Australia ha partecipato per la prima volta e ha poi continuato a inviare i suoi cantanti.

L’Eurovision é dunque uno dei simboli piú emblematici delle competizioni musicali internazionali e impersonifica alcuni dei valori fondanti dell’Unione Europea come Unitá – attraverso il linguaggio universale della musica; Tolleranza – tutti sono i benvenuti; Rispetto per tutte le culture, ciascun partecipante é infatti invitato a usare la sua lingua nativa nelle sue canzoni. Il palco dell’Eurovision rappresenta anche un luogo sicuro per la rappresentazione del mondo LGBTQ, attivisti per i diritti umani ma anche nuove generazioni di ribelli e – soprattutto – é il luogo dove si puó manifestare la meraviglia della propria unicitá.

Il nostro mondo culturale cosí invaso da film e serie americane, di tanto in tanto ha bisogno di un po’ di filmografia indipendente che venga da altrove che il mondo anglosassone anche se é innegabile che l’industria dell’intrattenimento di matrice Hollywoodiana la fa da padrone. L’Eurovision quindi riporta un po’ l’attenzione sulla cultura made in Europe e ogni maggio ci dá l’opportunitá di vedere un fronte unito di questa parte del mondo che concentra l’attenzione su produzioni fatte mettendola al centro. La palese esclusione degli USA da tutto ció che ha a che fare con l’Eurovision trova l’appoggio di molti spettatori che preferiscono che sia cosí, godendosi lo sconcerto che questo genera in coloro che vedono la competizione da fuori. Per dirla in breve, l’Eurovision é per gli Americani quello che il SuperBowl é per gli Europei: entrambi si ritrovano a guardare uno show ma non hanno idea di cosa stiano vedendo. LäEurovision poi é un modo per curare l’Europa, dopo due grandi guerre nel continente e dopo le recenti tensioni politiche legate alla Brexit e alla crisi conseguente al COVID-19, la musica rappresenta senza dubbio il migliore rimedio per riavvicinarsi.

Le canzoni che partecipano al contest vengono prima selezionate nei loro paesi d’origine attraverso una selezione che va in genere in onda nelle tv nazionali o attraverso selezioni interne. Per esempio, in Italia, il vincitore del Festival di San Remo si aggiudica la possibilitá di rappresentare l’Italia all’Eurovision di quell’anno. Una delle cose piú belle dell’Eurovision é che permette di partecipare sia a star di comprovata fama come per esempio gli ABBA (1974), Toto Cutugno (1990), Helena Paparizou (2005) e Eleni Foureira (2018) sia a cantanti meno conosciuti dando cosi al grande pubblico l’opportunitá di scoprire nuovi talenti, senza limiti di etá.

le Buranovskiye Babushki dalla Russia hanno partecipato all’Eurovision 2012, edizione tenutasi a Baku, Azerbaigian

Uno degli aspetti dell’Eurovision meno chiari ai piú tuttavia, é sicuramente il sistema di votazione- Come spiegato nella pagina ufficiale dell’Eurovision “I votanti (cioé i Paesi partecipanti) danno da 1 a 8 punti, 10 o 12 punti alle canzoni di altri Paesi”[3]. Quest’anno i Paesi partecipanti sarebbero stati ben 41.

Una delle regole piú interessanti, tuttavia, é che nessun Paese puó votare per la propria canzone. Nonostante chiare spiegazioni, le regole rimangono ancora un mistero per molte delle persone che vedono lo spettacolo, quindi le linee guida ufficiali ci ricordano che ci sono 3 show in totale: 2 semi-finali e una finale[4]. Negli anni, ci sono state un po’ di modifiche nelle regole ma uno dei cambi oiú significativi é avvenuto nel 2000 quando le regola dei “Big Five” é stata annunciata, garantendo un accesso diretto alla finale della competizione ai 5 maggiori contributori della European Broadcastin Union (EBU). I “Big Five” sono: Regno Unito, Francia, Germania, Spagna e Italia e, naturalmente, il Paese che ospita l’edizione.

Nel 2020 sarebbe toccato ai Paesi Bassi ospitare il festival, essendo i vincitori della competizione del 2019 tenutasi in Israele, che aveva a sua volta vinto l’edizione del 2018 in Portogallo, vincitore dell’edizione precedente. La nazione con piú vittorie nell’albo é l’Irlanda, con un totale di ben 7 vittorie, seguita a ruota dalla Svezia che ne ha 6 e da Francia, Regno Unito, Lussemburgo e Paesi Bassi che ne hanno 5.

Il palco dell’Eurovision ha visto passare numerosi show durante la sua lunga storia, ma ci sono sempre delle sorprese che, anche se poi non finiscono per vincere il microfono di vetro, entrano nel cuore del pubblico, come per esempio: le t.A.T.u con Ne Ver ne boysia (2003), Verka Serduchka con Dancing Lasha Tumbai nel 2007, le Buranovskiye Babushki con Party For Everybody nel 2012, Conchita Wurst con Rise Like a Phoenix nel 2014 (anche se non ha vinto la competizione), Eleni Foureira con Fuego (2018).

In genere, piu spettacolare é la performance e piú stravagante é l’artista e piú é probabile che – anche se non vince l’edizione – entri nei cuori del pubblico. Ci sono state diverse performance che sono diventate emblematiche dell’Eurovision visto che ogni anno c’é n’é una che si imprime facilmente nella memoria delle persone, come per esempio il piano in fiamme e i look da vampiri di Cezar – It’s My Life[5], – Under the ladder[6] e The Makemakes – I Am Yours[7]. Cosí come vengono rese memorabli ballads o le scene dei due teenager al primo appuntamento che ispirano poi meme in internet, come per i casi di Amaya and Alfred – Tu canción[8], Zala Kralj & Gašper Šantl – Sebi[9], Ben & Tan – Yes[10], Mørland & Debrah Scarlett – A Monster Like Me [11].

Oltre a queste, ci sono altre due categorie che non mancano mai di colpire l’attenzione del pubblico, si tratta delle performance ispirate al rock metal, per esempio Lordi – Hard Rock Hallelujah (Finlandia, 2005), Kabat – Mala Dama (Republicca Ceca, 2007), O.Torvald – Time (Ucraina, 2017) e, naturalmente, la recente selvaggia, audace e strabiliante performance di Hatari – Hatrið mun sigra (Islanda, 2019).

E l’ultima categoria ricorrente infine é quella in cui qualcuno canta come se stesse invocando un qualche spirito vichingo, un faraone Egizio o una fata, per alcuni esempi vedere KEiiNO – Spirit In The Sky (Norway 2019), Efendi – Cleopatra (Azerbaijan 2020), Oto Nemsadze – Keep On Going (Georgia 2019), Jamala – 1944 (Ucraina 2016), Elitsa Todorova & Stoyan Yankulov – Water (Bulgaria 2007).

Luci, performance stravaganti e intrattenimento di qualitá sono il fulcro dell’Eurovision song contest, che rende il maggio di ogni anno sempre piú interessante ed emozionante per i fan e, anche se quest’anno non vivremo la suspense delle votazioni, possiamo comunque sentire le canzoni in gara e tenere alto il nostro morale. Perché nel momento in cui lasciamo il virus colpire le nostre menti e non solo i nostri corpi, inevitabilmente perdiamo questa guerra, questa battaglia psicologica per continuare a sentirci umani che é tanto importante quanto quella fisica: cosa altro potrebbe dunque aiutarci a sentirci uniti se non la musica?

Evelina Tancheva

 

[1] Keith Richards

[2] https://www.guinnessworldrecords.com/news/2015/5/eurovision-recognised-by-guinness-world-records-as-the-longest-running-annual-tv-379520?fb_comment_id=772846319496857_773219942792828/

[3] https://eurovision.tv/history/in-a-nutshell

[4] https://eurovision.tv/history/in-a-nutshell

[5] canzone rappresentante la Romania nel 2013

[6] canzone rappresentante l’Ucraina nel 2018

[7] canzone rappresentante l’Austria nel 2015

[8] canzone rappresentante la Spagna nel 2018

[9] canzone rappresentante la Slovenia nel 2019

[10] canzone rappresentante la Danimarca nel 2020

[11] canzone rappresentante la Norvegia nel 2015

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