Il digitale è parte integrante della realizzazione di eventi ormai da anni, ma il covid-19 ne ha accelerato e accresciuto l’utilizzo. Che tipo di evoluzione ci si aspetta?
Chiusi in casa da circa due mesi, tutti abbiamo sperimentato la potenza del digitale come trait d’union non solo tra persone, ma anche tra persone e istituzioni, servizi, brand… Insomma, durante la quarantena il digitale è diventato un collante e uno strumento di veicolazione di emozioni, idee, informazioni, beni e servizi. E’ diventato il canale primario di partecipazione al mondo e, dunque, l’unico “luogo” possibile in cui ideare, realizzare e diffondere gli eventi. Facciamo qualche esempio: le palestre hanno avviato allenamenti online, i servizi di delivery hanno visto intensificarsi le richieste, l’e-commerce, benché in parte frenato dalle attuali misure restrittive, ha fatto un balzo in avanti se non altro in termini di awareness, i personaggi pubblici e i professionisti di vario genere hanno offerto corsi gratuiti, per non parlare poi dell’insegnamento a distanza e dello smart working. Senza dimenticare alcune campagne di real time marketing molto incisive, come la solidarietà digitale[1] offerta dal governo, la visione condivisa su Netflix o lo spot Vodafone girato da remoto. La nostra quotidianità si è digitalizzata e si è trasformata – mi prendo la libertà di dirlo – in una somma di eventi online.

Tuttavia, se di eventi in senso stretto vogliamo parlare gli esempi verso i quali rivolgere l’attenzione sono altri e altrettanto numerosi.
Pensiamo ad iniziative culturali come #PrendiamolaConFilosofia, un festival live streaming organizzato da Piano B in collaborazione con Tlon che ha connesso filosofi e divulgatori sia italiani che internazionali. Con lo stesso format hanno poi realizzato anche la celebrazione dell’Earth Day e quella del giorno della Liberazione, consentendo l’intervento degli spettatori con una open live webcam[2]. Pensiamo pure al lancio di nuovi prodotti in modo assolutamente innovativo e non convenzionale come l’esibizione del rapper americano Trevis Scott per il suo nuovo singolo all’interno del videogame Fortnite[3].
O ancora: il Consiglio Europeo del 23 Aprile, la celebrazione della Pasqua, il tributo di musicisti pesaresi a Mirko degli iCamillas[4] – sono solo alcuni di tutti gli eventi che sono stati riconvertiti digital.
Conseguenza diretta e, direi, prevedibile della quarantena, tutto ciò ha generato ulteriori conseguenze in una sorta di effetto a catena che sollecita una riflessione sul futuro.



Il Report Digital di Aprile 2020 reperibile su We are social e volto a fornire una panoramica globale dell’andamento del digitale (report basato su ricerche svolte in quasi tutto il mondo con un campione di utenti compresi tra i 16 e i 64 anni[5]), ne evidenzia una diffusione capillare in costante aumento in termini di persone che ne fanno utilizzo e di tempo speso sui device. Le attività digitali spaziano dalle più gettonate, come la visione di film in streaming e l’uso massiccio dei social ad altre di rilievo come l’uso delle piattaforme di messaggistica e l’ascolto di musica in streaming. Si va poi verso il gaming, il videomaking, il podcasting. Per quanto riguarda i contenuti, la funzione digital è molto legata alla possibilità di informarsi; nondimeno, alcuni dei contenuti più desiderati sono i tutorial, i video divertenti, i meme e le repliche di tv shows ed eventi sportivi. Interessante è soprattutto il fatto che molti utenti intendono portare avanti i nuovi comportamenti al termine del social distancing, impattando sia sui rapporti sociali sia sul tipo di intrattenimento e di comunicazione ricercati e richiesti.



Alle soglie della “Fase 2”, in cui è ormai chiaro che non saranno ammessi assembramenti, questi dati sono più importanti che mai per il rework e il rethink degli eventi, rispettando le regole e soddisfacendo la domanda. Sfruttando il trend digital, sarà necessario elaborare una proposta contenutisticamente valida e tailor made, ingaggiare gli utenti e mantenere ridotti i costi, preparandosi ad un’inversione del trend di alcuni comportamenti attuali, come il video calling e la spesa online, e ad affrontare sfide più grandi alla riapertura, come il problema del climate change. Creatività e pragmatismo dovranno guidare l’ideazione di nuovi format – come i Live Streaming 24 e gli Interactive Event 24 di 24Ore Eventi[6] – e nuove modalità di fruizione, nel tentativo di tamponare i problemi legati alla monetizzazione degli eventi digitali e alla cancellazione di altri, come i concerti, impossibili da riprodurre con soluzioni di compromesso. In linea generale, si tenderà a mantenere la linea del distanziamento sociale sia sul breve termine – trasformando lo sport in e-sport o promuovendo il branding valoriale rispetto a quello promozionale – sia sul lungo – iniziando già a progettare private live experience o nuove modalità contactless.
Può tutto questo bastare alla sopravvivenza del mondo degli eventi?
Ovviamente no, anche perché al suo interno vi sono realtà molto diverse tra loro (compresi cinema, teatri, spazi espositivi, etc…) che hanno necessità altrettanto diverse. In comune, però, c’è un fattore: la live experience, impossibile da restituire attraverso il digitale. Il problema sorge proprio dal fatto che la live experience resta ancora una chimera. Cosa fare, quindi, nell’attesa della ripartenza, specialmente se privi di date certe e di parole ufficiali che rassicurino, soprattutto economicamente, le migliaia di lavoratori del settore?



I dati elaborati da AstraRicerche e riportati sul sito di ADC Group evidenziano che è già stato cancellato il 30% degli eventi, il 21,5% è a rischio e solo il 14% è stato (per ora) rinviato e che la ripartenza non avverrà prima di ottobre, causando la perdita del 50% del fatturato per il 74% delle struttre coinvolte[7].
A tale proposito, è stata creata un’iniziativa promossa dal Club degli Eventi e della Live Communication, Events & Live industry #ItaliaLive[8], che intende far sentire la voce dell’industry degli eventi presso il Governo[9]. Si tratta, infatti, di un settore strategico dell’economia italiana che deve essere valorizzato in tutte le sue forme: circa un 1 milione di piccoli e grandi eventi vengono organizzati ogni anno, muovendo 56,4 milioni di persone che vi partecipano.
Ieri, 27 Aprile, è stata inviata una lettera aperta al Governo firmata da tutti coloro che hanno aderito a #ItaliaLive, nell’ottica di suggerire e concretizzare una serie di proposte verificabili sul sito dell’iniziativa. Staremo a vedere se e quando l’iniziativa, diffusamente promossa anche sui social, avrà effetto. E ora, andiamo a goderci la prossima diretta Instagram!
Ulteriori link utili all’approfondimento:
– fronte compatto anche sul versante dell’industry musicale: http://www.adcgroup.it/e20-express/news/industry/industry/coronavirus-musica.html
– Marco Jannarelli, Presidente Next Group, sull’industry degli eventi: http://www.adcgroup.it/e20-express/news/interviste/coronavirus-jannarelli.html?ts=202004211247
– Salvatore Sagone a SkyTG24 che parla a proposito dell’industry degli eventi: https://www.youtube.com/watch?v=41QsxqX1lPc&feature=youtu.be
[1] https://solidarietadigitale.agid.gov.it/#/
[2] https://lnkd.in/gnTn7JK , https://lnkd.in/dTU_KiC
[3] https://www.youtube.com/watch?v=g__AuDSfPkU&feature=youtu.be ,
https://www.linkedin.com/feed/update/urn:li:activity:6659403525161914368/
[4] https://primocomunicazione.it/articoli/cultura/il-piu-bel-saluto-mirko-e-questa-cover-de-la-canzone-del-pane
[5] https://wearesocial.com/it/blog/2020/04/digital-2020-i-dati-di-aprile
[6] http://www.adcgroup.it/e20-express/news/industry/industry/al-debutto-l-offerta-digitale-di-24-ore-eventi-due-i-nuovi-format-al-via-da-maggio-live-streaming-24-e-interactive-event-24.html
[7] http://www.adcgroup.it/e20-express/data-center/ricerche/aggiornamento.html
[8] (https://www.eventsliveindustry.it/
[9] http://www.adcgroup.it/e20-express/news/industry/industry/nasce-italialive-events-live-industry.html