La riforma del MES (2018-2021)

Il Consiglio europeo nel dicembre 2018 ha avviato un progetto di riforma del MES per accrescerne le funzioni e conferirgli un ruolo di maggior rilievo per realizzare una maggiore convergenza economica tra gli Stati membri, per aumentare la loro competitività. Con la riforma, il MES acquisisce anche un ruolo fondamentale nel quadro dell’unione bancaria europea. Il dibattito tra i governi dei paesi europei sulla riforma è durato anni, principalmente per il veto opposto dall’Italia dal dicembre 2019. Un accordo è stato infine trovato e il parlamento italiano ha dato il via libera alla riforma il 9 dicembre 2020.

Sulla riforma del Mes sono circolate molte notizie fuorvianti. Alcuni hanno detto che avrebbe permesso di ricapitalizzare le banche tedesche con i soldi degli altri paesi europei, oppure che avrebbe obbligato l’Italia e altri paesi a ristrutturare il proprio debito.  Nessuna di queste affermazioni è vera. Inoltre, questa riforma non modifica nulla per quanto riguarda il prestito MES per spese sanitarie durante la pandemia.

Borghi MES
Borghi e il MES: una storia di incomprensioni

In realtà la riforma del MES prevede:[1]

  • Un nuovo ruolo del MES come prestatore di ultima istanza (backstop)

     al fondo di risoluzione interbancaria (SRF) nel caso di crisi bancarie. Lo SRF è un fondo ancora in fase di costruzione, dovrebbe essere completato entro il 2024 e avere una dotazione di 55 miliardi di euro circa: l’1% dei depositi protetti degli enti creditizi dell’unione bancaria. Esso è finanziato direttamente dal settore bancario e interviene nella risoluzione di banche in dissesto, qualora restino creditori ancora da pagare, esaurite le altre opzioni (bail-in). (vedi l’articolo Unione Bancaria, Per Una Maggiore Solidità per saperne di più). Qualora in una crisi si decidesse di far intervenire lo SRF ed esso non avesse capitale a sufficienza, allora potrebbe prendere risorse in prestito dal MES. Il MES potrà prestare fino a 68 miliardi al fondo di risoluzione interbancaria e il prestito dovrà essere ripagato entro massimo 5 anni.   

L’intervento del fondo di risoluzione interbancaria e del MES sono volti ad evitare che le crisi bancarie acquisiscano dimensioni in grado di mettere a rischio l’intero sistema finanziario dell’Unione e sono uno strumento di gestione comune del rischio. Proteggono le economie dei paesi Europei da possibili crisi, non favoriscono uno Stato a scapito di un altro.

  • Modifiche ai ruoli di controllo delle istituzioni europee in caso di intervento del MES a supporto di uno Stato.

     La Commissione Europea si occuperà principalmente del monitoraggio della coerenza delle misure di politica economica messe in atto dallo Stato e delle valutazioni sulla sostenibilità del debito e sul quadro macroeconomico. Il MES, invece, monitorerà le potenzialità dei paesi membri di finanziarsi sul mercato e i potenziali rischi; oltre a valutare, durante il periodo di intervento il rischio che il paese assistito non sia in grado di ripagare i prestiti ricevuti. [2]

  • Semplificazione dei requisiti di accesso alle linee di credito precauzionali (PCCL). 

Uno Stato che richiede sostegno al MES tramite le linee precauzionali e rispetti i requisiti per la PCCL non dovrà più sottoscrivere il Memorandum of Understanding con Commissione UE e Consiglio Europeo. Sarà sufficiente una lettera d’intenti dello Stato, nella quale si manifesta l’impegno a mantenere le condizioni economiche che gli hanno permesso di accedere alla linea di credito senza condizionalità rafforzate durante il periodo di intervento del MES e in futuro.

  • Modifiche alle clausole di azione collettiva (CACS).

Le CACS sono delle clausole che permettono di approvare una decisione di ristrutturazione del debito, cioè una modifica delle condizioni iniziali del prestito (tassi d’interesse, scadenze, capitale da restituire) per alleggerire la posizione del debitore in difficoltà finanziarie e assicurarsi che il debito sia saldato almeno in parte, in accordo con una maggioranza qualificata dei creditori privati.

 

La riforma istituisce clausole di azione collettiva con approvazione a maggioranza unica, cioè clausole che consentono di prendere una decisione con un’unica deliberazione dei possessori dei titoli di debito per tutte le serie di un dato titolo, senza la necessità di votare per ogni singola serie emessa.

Questo non significa però che la riforma del MES impone la ristrutturazione del debito ai firmatari qualora dovessero richiedere assistenza finanziaria. La ristrutturazione del debito è un evento raro ed estremo, solitamente messo in atto da Paesi prossimi alla bancarotta. Stabilire di ristrutturare anche solo una parte del debito pubblico di un Paese avrebbe effetti drammatici su tutte le emissioni di debito pubblico dello Stato, facendone aumentare moltissimo la rischiosità, e dunque gli interessi richiesti dagli investitori (costo del debito), e facendo crollare il valore di mercato dei titoli. La BCE detiene una quota consistente del debito pubblico italiano, un’ampia quota è detenuta anche da banche, società di assicurazione e altre istituzioni finanziarie. Far svalutare drammaticamente questi titoli di Stato genererebbe una crisi per l’intera Unione Europea, esattamente l’opposto dell’obiettivo per cui il MES è stato istituito.[3] La modifica è stata introdotta per migliorare il processo decisionale in caso di ristrutturazione, riducendo l’incertezza su modalità e tempistiche. Nel caso in cui la ristrutturazione diventi inevitabile, l’assenza di una procedura chiara e definita può incrementarne ulteriormente i costi per tutte le parti coinvolte.

Michele Corio

[1] https://www.lavoce.info/archives/62313/fondo-salva-stati-cosa-ce-e-cosa-no-nella-riforma/

https://www.esm.europa.eu/about-esm/esm-treaty-reform-explainer

[2] http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01132368.pdf

[3] https://www.bancaditalia.it/media/fact/2019/mes_riforma/index.html

I programmi di intervento del MES

Il MES ha attualmente a disposizione circa 410 miliardi[1] di euro da erogare ai singoli Stati attraverso vari programmi, che sono risorse prese in prestito sul mercato, utilizzando come garanzia il capitale (704 miliardi). L’istituto può fornire sostegno con differenti modalità:

1. Programmi MES con prestiti in supporto di programmi di aggiustamento macroeconomico

I paesi dell’area euro che necessitano di supporto per finanziare la propria spesa pubblica, perché in difficoltà o impossibilitati a farlo direttamente sul mercato, possono richiedere il supporto dei programmi del MES. Per poter intervenire il MES chiede allo Stato di attuare alcune riforme, stabilite sulla base delle problematiche specifiche del paese, che possono riguardare, ad esempio, la riduzione della spesa pubblica, interventi per rafforzare il sistema bancario, il miglioramento della competitività del paese e interventi che permettano di aumentare la solidità economica e di tornare a crescere negli anni successivi. Le misure sono concordate con la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e, nel caso in cui partecipi all’intervento di sostegno, anche con il Fondo Monetario Internazionale e sono riportate nel cosiddetto “Memorandum of Understanding”. L‘obiettivo principale è risanare la situazione finanziaria del paese per permettergli di saldare i debiti pregressi e tornare a finanziarsi sui mercati autonomamente.
L’intervento di istituzioni esterne nella pianificazione economica del paese in difficoltà è spesso percepito in maniera negativa dall’opinione pubblica, viene visto come un commissariamento o, peggio, come un esproprio da parte di paesi stranieri. Inoltre, queste riforme sono state non di rado oggetto di critiche perché l’austerità e i tagli alla spesa pubblica in fasi di contrazione dell’economia rischiano di accentuare la recessione invece di risolverla. Tuttavia, l’intervento con i programmi del MES ha storicamente avuto effetti positivi nei paesi che ne hanno beneficiato e le riforme concordate con le istituzioni, sebbene abbiano richiesto sacrifici importanti, hanno contribuito a ridurre le inefficienze di spesa e rilanciare la competitività e la crescita con effetti positivi anche sull’occupazione

pre-post programmi MES

Figura 1: Andamento  del PIL reale pro capite  in alcuni dei paesi più colpiti dalla crisi dei debiti sovrani. Spagna, Cipro e Portogallo hanno attivato programmi del MES e avviato le riforme concordate con le istituzioni europee,  dopo anni di recessione hanno avuto una ripartenza economica sostenuta  e tassi di crescita del PIL elevati. L’Italia, che non ha richiesto l’intervento del MES, dopo la recessione ha avuto una debole ripresa.  La Grecia ha subito una crisi drammatica e ha aderito a diversi programmi di sostegno economico sia del Fondo Monetario Internazionale sia dell’Unione Europea. Il PIL greco è diminuito del 30% circa tra il 2008 e il 2016, negli  ultimi anni, tuttavia,  ci sono stati  significativi segnali di ripresa e la Grecia ha potuto ricominciare a finanziarsi emettendo titoli di debito sul mercato.[2]

tasso disoccupazione pre-post programmi MESrate trend

Figura 2: Andamento del tasso di disoccupazione in Grecia, Spagna, Italia, Cipro e Portogallo tra il 2010 e il 2019.[3]

E’ doveroso ricordare, poi, che è proprio in virtú della partecipazione del MES e delle istituzioni europee alla pianificazione delle riforme che gli Stati membri si assicurano che le risorse prestate siano indirizzate effettivamente a risolvere le vulnerabilità identificate all’approvazione del piano.

Inoltre la presenza di condizionalità garantisce anche ai creditori del MES che l’istituzione impieghi il capitale in maniera sicura e non abbia problemi in futuro a ripagare i prestiti ricevuti. Questo meccanismo permette al MES di finanziarsi ad un tasso d’interesse basso sui mercati e di prestare denaro a paesi in difficoltà a tassi molto inferiori rispetto a quelli che potrebbero ottenere nei mercati.

risparmi con programmi MES

Figura 3: Risparmio in miliardi e in % rispetto al PIL ottenuto finanziandosi con i programmi del MES invece che emettendo debito direttamente sul Mercato. Fonte: https://www.esm.europa.eu/assistance/lending-toolkit

 Inoltre, la restituzione del capitale ricevuto in prestito dal beneficiario inizia solamente dopo che sono trascorsi diversi anni dal prestito. Ad esempio, Cipro inizierà a ripagare il prestito ricevuto nel corso della crisi del debito sovrano del 2012 nel 2025 e finora ha solamente pagato una quota annuale di interessi.[4]

I programmi del MES possono riguardare prestiti a Stati in crisi per finanziare le riforme e risollevare la situazione economica, interventi per ricapitalizzare le banche o altre istituzioni finanziarie o, indirettamente, l’acquisto di titoli emessi dallo Stato in difficoltà. I prestiti erogati con i programmi del MES hanno generalmente una seniority maggiore rispetto alle altre emissioni di debito pubblico. Ciò significa che lo Stato beneficiario dei prestiti si occuperà di ripagare prima il MES e dopo gli altri creditori. Questo può contribuire ad aumentare il costo che lo Stato in difficoltà deve sostenere per finanziarsi sul mercato, perché gli altri investitori saranno più esposti al rischio di non ricevere indietro il denaro prestato, specialmente se i prestiti del MES sono di ammontare molto elevato. Allo stesso tempo, tuttavia, Paesi che richiedono ingenti risorse al MES hanno probabilmente già perso la possibilità di finanziarsi sul mercato perché non sono più in grado di trovare investitori disposti ad acquistare un debito così rischioso o perché lo Stato non è in grado di pagare il prezzo che questi investitori richiedono per sostenere tale rischio. L’impatto negativo della seniority può essere ammorbidito dal fatto che i prestiti con i programmi del MES hanno scadenze molto lunghe.

Invece, per i Paesi che possono ancora finanziarsi sui mercati, è importante ricordare che la Banca Centrale Europea (BCE) può acquistare titoli di debito di un paese dell’eurozona, ma solo fino ad un ammontare massimo[5]. Gli acquisti della BCE contribuiscono a ridurre il costo del debito per il paese. In situazioni di particolare instabilità finanziaria, uno Stato che ha richiesto l’attivazione dei programmi del MES di aggiustamento macroeconomico o la linea di credito precauzionale a condizionalità rafforzata (vedi sotto), e ha già sottoscritto il Memorandum of Understanding, può beneficiare delle Operazioni definitive monetarie della BCE (meglio note come Outright monetary transactions- OMT). La BCE può quindi acquistare titoli dello Stato con scadenza tra 1 e 3 anni sul mercato secondario per impedire un rialzo eccessivo dei tassi dovuto alle tensioni sui mercati. Intervenendo con l’OMT, la BCE non ha vincoli all’ammontare di titoli acquistabili, inoltre essa rinuncerà anche al suo diritto di avere una seniority maggiore rispetto agli altri creditori per evitare le conseguenze negative spiegate in precedenza.[6] Emettere una quantità minore di debito sul mercato finanziando una parte del fabbisogno con il MES può davvero agevolare uno Stato in difficoltà, infatti esso potrebbe beneficiare sia dei tassi bassi e delle lunghe scadenze del MES sia dell’effetto sul costo del debito dato dall’intervento della BCE per la quota emessa sui mercati.[7]

dubbi su programmi MES
Vignetta Polandball dopo la notizia del 2012 sul fatto che la corte costituzionale tedesca si sarebbe pronunciata sulla costituzionalità del MES.

2) Assistenza finanziaria precauzionale[8]

Tra i vari programmi del MES, c’è quello dell’assistenza finanziaria precauzionale.

Uno stato dell’eurozona che ha una situazione economica complessivamente positiva, ma si trova temporaneamente in difficoltà finanziarie o che ritiene di dover intervenire preventivamente per poter continuare a finanziarsi sui mercati può richiedere di accedere alle linee di credito precauzionale del MES. Le linee precauzionali sono programmi MES di durata più breve, non più di due anni, che consentono agli stati di finanziarsi ad un costo minore per superare una fase di tensione sui mercati, senza la necessità di intervenire in maniera profonda. Nel caso in cui lo Stato che richiede l’accesso al credito abbia un debito pubblico sostenibile –  cioè abbia un rapporto deficit-PIL sotto il 3% negli ultimi 2 anni e rapporto debito-PIL sotto il 60% (o stia seguendo un processo di rientro nei parametri concordato con le istituzioni UE [9] ) – e non abbia problemi di solidità del sistema bancario, tali da rappresentare una minaccia sistemica per l’eurozona, allora il paese potrà accedere alla linea di credito precauzionale condizionata (PCCL)[10]. Il MES fornirà supporto finanziario e lo Stato si impegnerà a pianificare le misure necessarie insieme alle istituzioni europee per superare la fase di difficoltà attraverso un Memorandum of Understanding. Altrimenti, se il quadro macroeconomico dello Stato è sostanzialmente sano, ma vi sono squilibri rilevanti in almeno uno degli aspetti oggetto di valutazione (debito pubblico, stabilità del sistema bancario e creditizio…), allora il paese potrà accedere solo alla linea precauzionale con condizionalità rinforzate (ECCL)[11]. In questo caso il Consiglio Europeo, la Commissione e BCE stabiliscono insieme con lo stato un piano correttivo dettagliato per superare le criticità. Viene avviata una procedura di sorveglianza periodica e un piano di analisi dei rischi relativi al debito pubblico e al settore finanziario del Paese e ai possibili impatti sugli altri paesi dell’eurozona.

Il MES è stato spesso oggetto di critiche, accusato di essere il simbolo della scarsa solidarietà europea. Specialmente, perché i suoi programmi di aiuto ai paesi in difficoltà sono prestiti soggetti a numerose condizionalità e non sussidi. Tuttavia, le condizionalità sono, purtroppo, difficilmente evitabili in assenza di una maggiore integrazione europea e di grandi passi in avanti del progetto unitario. L’intervento di istituzioni comunitarie per la pianificazione economica e delle riforme viene visto come una perdita della sovranità, ma in passato ha avuto un impatto positivo sull’economia dei paesi assistiti. Non bisogna dimenticare che, spesso, le situazioni nelle quali sono stati attivati i programmi del MES erano particolarmente critiche e non era possibile superarle con interventi ordinari. È essenziale per avere un’unione più forte e duratura evitare meccanismi che incentivano alcuni Stati a indebitarsi e usare risorse che non potrebbero permettersi in spese infruttuose perché convinti che alla fine altri Paesi europei salderanno il conto al posto loro. La solidarietà tra paesi membri dell’UE è fondamentale, specialmente in momenti di difficoltà, bisogna ricordare, tuttavia, che anche gli altri Stati si finanziano sui mercati o con le tasse. Non è facile stabilire fino a che punto sia giusto chiedere ad un cittadino di un altro paese di indebitarsi o pagare più tasse per sostenere un altro paese indebitato.

Il 15 maggio 2020 dopo lunghe trattative nelle varie sedi istituzionali europee, il comitato direttivo del MES ha messo a disposizione una linea di credito speciale temporanea per fronteggiare le spese collegate direttamente e indirettamente all’emergenza Covid 19.

  3) Linee di credito per spese sanitarie durante la pandemia (meglio noti come  programmi del MES Sanitario)[12]

La linea di credito per spese sanitarie è a disposizione di tutti i paesi partecipanti al MES per un importo massimo pari al 2% del PIL 2019 di ogni Stato richiedente e ha un costo inferiore ai finanziamenti delle linee di credito precauzionali.

resources for pandemic crisis ESM

Figura 4: Risorse disponibili con la Linea di credito per spese sanitarie per ogni paese in miliardi di euro.

Le risorse potranno essere richieste entro il 2022 e l’unica condizionalità per accedervi è il vincolo di destinazione a spese sanitarie. Il MES eroga i finanziamenti alla sanità entro 12 mesi dalla richiesta e il prestito avrà una durata massima di 10 anni. Inoltre, questa forma di assistenza non è unicamente attivabile sotto forma di prestito, le risorse della linea di credito contro la pandemia possono anche essere semplicemente usate come garanzia per reperire finanziamenti sul mercato a costi più bassi.[13]

Una volta richiesto l’intervento dei programmi del MES, lo Stato e la commissione europea dovranno elaborare un piano di risposta alla pandemia, stabilendo le misure e le spese che saranno finanziate con le risorse stanziate. La commissione si occuperà anche di monitorare l’intervento dello Stato e la sua situazione economica durante la durata del prestito.

Viste le specifiche condizioni di accesso, la linea di credito contro la pandemia sarà vantaggiosa per uno stato richiedente solo nel caso in cui esso abbia un piano strategico per risolvere le lacune del proprio sistema sanitario o per affrontare al meglio l’emergenza sanitaria. [14] Questo è ancor più vero poiché l’utilizzo e la gestione dei fondi è sorvegliata dalla commissione europea. La convenienza inoltre dipenderà come al solito dal costo che lo Stato dovrebbe sostenere per finanziarsi sul mercato. Se il mercato offrirà tassi simili o inferiori avrà poco senso richiedere l’accesso ai programmi del MES.

tasso rendimento mes

Figura 5: Confronto fra il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni dei paesi dell’eurozona e il tasso d’interesse dei prestiti dei programmi del MES sanitario.

Michele Corio

Riferimenti

[1] 500 miliardi contando anche le risorse impegnate. Queste risorse sono denaro preso in prestito dal MES per poter finanziare i propri programmi di intervento e come spiegato nell’articolo Che Cosa È Il MES? non sono una quota del capitale conferito dagli Stati (700 mld).  https://www.esm.europa.eu/explainers

[2] https://ec.europa.eu/eurostat

[3] https://ec.europa.eu/eurostat

[4] https://www.esm.europa.eu/assistance/cyprus

[5] La BCE nei propri programmi di acquisto compra titoli dei paesi dell’eurozona in proporzione alla quota del capitale della BCE stessa detenuta da ciascuna banca centrale nazionale (Capital key). Il programma Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) permette alla BCE maggiore flessibilità riguardo al rispetto della capital key.

[6] L’OMT è uno strumento eccezionale che permette alla BCE di intervenire direttamente, acquistando titoli di uno Stato sul mercato secondario, per preservare la stabilità finanziaria del paese e dell’eurozona. Questo strumento è stato introdotto in seguito al celebre discorso di Londra di Mario Draghi, il famoso “whatever it takes”, ma non è ancora mai stato fortunatamente utilizzato.

 

https://www.am.pictet/it/blog/articoli/guida-alla-finanza/guida-alle-outright-monetary-transactions-in-5-punti https://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2012/html/pr120906_1.en.html https://it.wikipedia.org/wiki/Outright_Monetary_Transactions

[7] https://voxeu.org/article/make-sure-esm-s-pandemic-crisis-support-fit-purpose

[8] https://www.esm.europa.eu/sites/default/files/esm_guideline_on_precautionary_financial_assistance.pdf

[9] Questi parametri sono sospesi per l’emergenza Covid 19 e saranno presumibilmente ridiscussi al termine della crisi sanitaria.

[10] Precautionary Conditioned Credit Line

[11] Enhanced Conditioned Credit Line

[12] https://www.esm.europa.eu/content/europe-response-corona-crisis

[13]https://www.esm.europa.eu/content/europe-response-corona-crisis#:~:text=A%20country%20with%20a%20Pandemic,average%20maturity%20of%2010%20years.

[14] https://www.lavoce.info/archives/69925/discutere-di-mes-senza-sapere-perche

Che cosa è il MES?

Questo articolo è il primo di una serie di 3, nei quali si parlerà del MES in generale, dei suoi programmi d’intervento e della riforma che dovrebbe essere ratificata nelle prossime settimane dalle istituzioni europee. 

Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) è un’istituzione finanziaria dell’eurozona nata nel 2012, nel corso della crisi dei debiti sovrani, per garantire ai paesi firmatari l’accesso a risorse finanziarie nelle fasi più critiche, quando essi hanno temporaneamente perso la possibilità di finanziarsi sui mercati o il costo di nuovo debito non è sostenibile per gli Stati stessi[1]. Attualmente contribuiscono al MES 19 paesi.

Per poter fornire finanziamenti agli Stati in caso di necessità, il MES non riceve risorse dai contribuenti dei singoli paesi ma si finanzia a sua volta sui mercati emettendo titoli di debito. A garanzia della sua capacità di  ripagare i debiti contratti, esso ha una sua dotazione di capitale. Il suo capitale è garantito solidalmente dai 19 Stati sottoscrittori. Nel concreto, al momento dell’istituzione del MES gli Stati hanno stabilito per esso un capitale di 704 miliardi di euro, una quota di circa 80 miliardi è stata direttamente corrisposta e i restanti 624 miliardi del capitale sono stati sottoscritti dai singoli stati e sono richiamabili dal MES stesso in caso di necessità[2]. Normalmente la quota del capitale richiamabile serve solo come ulteriore garanzia della solidità del MES e dell’impegno dei singoli Stati, ma l’eventualità che sia necessario richiedere l’effettivo conferimento di queste risorse è legata al verificarsi di situazioni estreme. È importante aver chiaro che il MES finanzia i Paesi utilizzando risorse prese in prestito e non il capitale conferito dagli Stati firmatari.

MES contributo per paese grafico
Figura 1: Quote di partecipazione al capitale del MES. La componente others include paesi che contribuiscono a meno del 5% del capitale: Belgio, Grecia, Austria, Portogallo, Finlandia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia, Lussemburgo, Cipro, Estonia, Malta, Lettonia, Lituania. Fonte https://www.esm.europa.eu/

Ogni stato membro partecipa al capitale per una quota, determinata in base alla sua popolazione e al proprio PIL. La figura 1 riporta la ripartizione delle quote tra i vari paesi. Il fatto che sia finanziato e garantito da tutti i Paesi dell’eurozona rende estremamente sicuro prestargli denaro. Per questo motivo, al momento il MES emette titoli con un rating tripla A, il massimo nella scala dei rating (per un approfondimento vedere  articolo Qual È Il Ruolo Delle Agenzie Di Rating Nell’economia?). Grazie alla solidità del suo capitale, il costo del debito emesso dal MES è molto più basso di quello che sosterrebbero gli Stati in caso di difficoltà finanziarie[3] . Inoltre, il costo del debito dipende non solo dalla qualità del debitore, ma anche dalla durata del prestito. Un prestito a tasso fisso di 3 anni avrà un costo minore di un prestito a 10 anni, a parità di condizioni. Questo perché in un arco temporale più lungo il rischio che delle variabili fondamentali del finanziamento, come ad esempio le condizioni di mercato e la stabilità del debitore, possano cambiare è più elevato e, dunque, il prestatore richiede una remunerazione maggiore per sostenere tali rischi.

Il MES si finanzia con prestiti a breve termine, perché non ha problemi di liquidità, e così facendo può ridurre al minimo i costi che sostiene per reperire denaro e a sua volta finanziare a tassi più bassi i Paesi che necessitano di sostegno[4]. Inoltre, per consentire allo Stato in difficoltà di riprendersi, il finanziamento erogato dal MES dovrà essere restituito con tempistiche molto più lunghe di quanto sarebbe possibile ottenere con prestiti richiesti direttamente sul mercato, senza il sostegno dei partner europei.

Le decisioni sulle concessioni di prestiti del MES e su eventuali richieste di conferimento o modifica del capitale agli Stati firmatari vengono prese dal Consiglio dei governatori del MES, un organo decisionale composto dai ministri delle finanze dell’area euro. I singoli ministri non hanno lo stesso potere nelle votazioni. Il peso del voto di ogni ministro dipenderà dalla quota di capitale detenuta dal suo Stato.[5] Questo sistema permette agli Stati che assumono più rischi di avere anche più voce in capitolo nelle decisioni.

PERCHÉ È STATO RITENUTO NECESSARIO CREARE IL MES?

Come sappiamo l’Unione Europea è incompleta, i Paesi membri hanno un ingente interscambio di risorse, merci e capitali, e condividono, almeno in parte, anche i rischi economici e finanziari. Alcuni Stati hanno un rapporto di cooperazione più stretto di altri condividendo la moneta, tuttavia ad oggi non esiste un’unione fiscale. I sistemi di tassazione, le politiche economiche degli Stati membri e molte altre delle fondamentali decisioni di intervento pubblico nell’economia sono prese dai singoli Stati. Sebbene vi sia un coordinamento a livello europeo e un insieme di regole comuni, non esiste un “ministero delle finanze europeo” e questa incompletezza è ancora più rilevante in fasi di crisi, quando una reazione tempestiva e congiunta può prevenire danni maggiori. Per ampliare i margini di intervento comune fu dunque introdotto il MES, uno strumento di difesa necessario nella zona euro, anche se imperfetto. Sono stati necessari negoziati lunghi per la sua istituzione e l’introduzione di regole rigide e cautelative per il suo utilizzo per evitare che alcuni paesi siano incentivati ad indebitarsi eccessivamente, confidando di salvarsi poi a spese degli altri. Le regole di utilizzo e le condizionalità variano in base al tipo di intervento di cui necessita il singolo Stato in difficoltà. Approfondiremo il discorso guardando ai diversi tipi di sostegno che il MES può fornire in un articolo apposito (I Programmi Di Intervento Del MES)
Il MES è quindi nato certamente per supportare gli Stati dell’eurozona durante eventuali crisi finanziarie, ma è anche una difesa per gli altri Stati membri, non ancora colpiti, da un potenziale effetto contagio. È auspicabile che in futuro le regole severe e le condizionalità siano ridotte, ma ciò sarà possibile solo con una maggiore integrazione europea, poiché per eliminare condizioni rigide occorre fiducia tra gli Stati e per ottenerla un maggiore coordinamento è condizione imprescindibile.

Michele Corio

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Meccanismo_europeo_di_stabilit%C3%A0

[2] https://www.esm.europa.eu/

[3] https://www.esm.europa.eu/assistance/programme-database/interests-and-fees

[4] Maturity transformation. https://voxeu.org/article/make-sure-esm-s-pandemic-crisis-support-fit-purpose

[5] Trattato che istituisce il MES, capo 2 articolo 4 https://www.esm.europa.eu/sites/default/files/20150203_-_esm_treaty_-_it.pdf

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