In alcuni casi questo ha suscitato aperta ostilità, come nel caso di Silvia Romano, cooperante italiana rapita in Kenya che non è stata risparmiata da commenti e insulti.
Con chi ha avuto esperienze come quella di Silvia Romano e ne sta facendo di simili, io ho avuto modo di parlare per capire un po’ più a fondo chi sono queste persone che si dedicano al volontariato, cosa vuol dire fare volontariato e perché lo fanno.
“Ciao Laura! Avevo pensato di presentarti io, ma forse è meglio se usi direttamente le parole tue: chi è Laura?”
“Laura è una ragazza italiana che è arrivata in Thailandia al seguito del marito expat (così sono definite quelle persone che lavorano in un altro paese rispetto a quello d’origine) e che fa la volontaria nella casa-famiglia gestita da Take Care Kids a Pattaya”



“Posso chiederti perché lo fai?”
“La risposta è molto semplice: così come stanno le cose ora non mi piace e quindi cerco di fare ciò che posso per cambiarle. Ciò che vorrei è semplicemente un sistema in cui siamo tutti disposti a condividere un po’ del nostro benessere… insomma, il nostro è solo culo di essere nati nella parte ricca del mondo, non è mica che ce lo siamo meritati!”
“Perdonami, faccio la parte del diavolo: ma pure da noi c’è gente che ha bisogno, no?”
“Certamente, io ora sono in Thailandia, ma prima di arrivare qui lo facevo in Italia: ho cominciato durante l’università a fare volontariato in un’associazione che si occupava di seguire persone sieropositive e marginali nella mia città, a Pordenone, che negli anni ottanta è stata colpita particolarmente da questo problema a causa di prostituzione e droga a cui poi inseguito si sono aggiunte altre problematiche, dopodichè ho voluto fare delle esperienze anche all’estero e sempre tramite questo tipo di associazioni sono stata in diversi paesi africani negli orfanatrofi con i bambini affetti dall’HIV”
“Chi è che fa il volontario?”
“Chi lo vuole! Va sfatato il mito che chi lo fa è chi non lavora o non ha voglia di lavorare. Tutto ciò che ci vuole è impegno e costanza. I volontari sono persone normali che si ritagliano quel momento della settimana al di fuori del lavoro per aiutare gli altri, così facevo io ritagliandomi un pomeriggio a settimana e così facevano gli altri volontari che erano con me in Italia. Un giorno, un pomeriggio, un’ora alla settimana, non importa quanto, bisogna volerlo e se si vuole si riesce.”


La vita nella casa-famiglia di Take Care Kids a Pattaya, Thailandia


Prendersi cura dei bambini nelle baracche di Pattaya, Thailandia: la Take Care Kids Foundation
“E dal punto di vista economico? Mi hai detto che sei stata anche in Africa e ora in Thailandia, ricevete qualche compenso?”
“Assolutamente no, anzi, in Kenya mi è anche capitato di comprare una mucca per il villaggio, o anche la bicicletta e i polli! (ride) Poi certo, per vivere puoi anche alloggiare per esempio in orfanotrofio con i bambini e mangiare con loro, ti adatti un po’ a quella vita lì ma non si ricevono compensi, i soldi servono tutti per il fine per cui si è lì”
“Beh ma c’è comunque bisogno di una certa sicurezza finanziaria no? Insomma, avere le spalle coperte, magari una famiglia dietro che ti copre le spese”
“No questo è un po’ un altro mito da sfatare, come dicevo prima: basta semplicemente volerlo. Per andare in Africa facevo dei periodi di lavoro in Italia compresi di straordinari e lavori a Natale, Capodanno e feste varie per mettere via i soldi necessari per pagarmi il viaggio e il resto. Lo volevo, lo facevo”
“Prima di partire per un viaggio di questo tipo, cosa dovrebbe fare una persona?”
“Sicuramente bisogna rivolgersi ad associazioni referenziate, questo perché prima di tutto solitamente offrono maggior sicurezza, anche se poi al di là di ciò sono vere altre due cose: la prima è che il rischio non è mai zero (ma d’altronde neanche nelle nostre città lo è), la seconda è che anche per questo motivo una notizia negativa fa molto piò rumore di tutte le storie positive che ci sono, è pertanto importante anche non farsi intimorire o prendere dal panico. Inoltre, è importante che l’associazione scelta possa valutare il reale contributo del volontario: non dimentichiamo che non stiamo andando in vacanza, quindi partire da skills personali fa la differenza. Puoi contribuire nel doposcuola? Hai competenze socio-assistenziali? Hai buona volontà e ti offri per lavori di manovalanza? Vuoi scrivere un reportage per sensibilizzare circa la realtà locale? Incanala le tue energie in qualcosa di produttivo e strutturato! E’ anche importante cominciare dal proprio quartiere o città che sicuramente hanno bisogno di volontariato, costruirsi l’esperienza da lì e poi ci si può anche spostare, ma non è necessario improvvisarsi e andare lontano subito”
La chiacchierata con Laura è poi proseguita parlando di Take Care Kids, l’associazione che si prende cura di bambini vittime di abusi a Pattaya, in Thailandia, dove vive insieme al marito Tommaso. per leggere la continuazione clicca qui: LA VITA NELLA CASA-FAMIGLIA DI TAKE CARE KIDS A PATTAYA, THAILANDIA .
LA VITA NELLA CASA-FAMIGLIA DI TAKE CARE KIDS A PATTAYA, THAILANDIA>>>>>>>>>>